È l'opera in cui il filosofo espone la contrapposizione tra morale dei signori e morale del gregge o degli schiavi (Hegel scrive del signore e dei servi, Marx distingue tra oppressori e oppressi) e indaga le origini stesse della morale, intendendo provocatoriamente criticarne il "valore oggettivo". Alla base di quest'opera è quindi la riflessione sull'origine del bene e del male, a cui Nietzsche afferma di essersi dedicato sin dalla giovinezza, quando "a quel tempo, ebbene, com'è logico, resi l'onore a Dio e feci di lui il padre del male".
Tre dissertazioni ("Buono e malvagio, buono e cattivo", "Colpa, cattiva coscienza e simili" e "Che significano gli ideali ascetici?") sono anticipate da una prefazione di cui è famoso l'incipit:
«Siamo ignoti a noi medesimi, noi uomini della conoscenza, noi stessi a noi stessi: è questo un fatto che ha le sue buone ragioni. Non abbiamo mai cercato noi stessi - come potrebbe mai accadere, un bel giorno, di trovarsi?»
(Nietzsche, Prefazione, I)
L'ultimo paragrafetto della prefazione si riferisce allo Zarathustra, e in qualche modo colloca la Genealogia alla luce di quello.
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