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E chi ci guiderà fino laggiù, ancorchè decidiamo di prendere la via che tu suggerisci? – chiesi. – Dobbiamo scendere e salire di bel nuovo quei precipizi che abbiamo attraversato ieri fino a raggiungere il luogo dal quale siamo partiti e di là fare un salto o piuttosto un volo dal crinale fino nella vallata?
— Perbacco! non ci avevo pensato – disse Toby. – Infatti entrambi i lati della valle sono rinserrati da precipizi, nevvero?
— Sì – affermai – e ripidi come i fianchi d’una nave da guerra e cento volte più alti.
Il mio compagno ora abbassò il capo e rimase per un momento profondamente assorto. A un tratto balzò in piedi e i suoi occhi parvero illuminarsi di quella fiamma d’intelligenza che è sempre foriera di un’idea geniale.
— Sì, sì, – esclamava; – i torrenti corrono tutti verso la stessa direzione, e necessariamente debbono scorrere attraverso la vallata prima di raggiungere il mare. Quindi, ciò che ci convien fare è di seguire il corso di questo torrente ed esso, tosto o tardi, ci condurrà nella valle.
— Hai ragione, Toby – esclamai – hai ragione; infatti deve condurre laggiù, e in fretta anche; perchè, osserva come scorre rapida l’acqua.
— È proprio così – gridò il mio compagno fuori di sè per la gioia ch’io avessi confermato la sua opinione. – E allora andiamo immediatamente, e tu abbandona le tue stupide idee sui Typees; gridiamo invece un urrah! per la bella vallata degli Happars.
— Vedo che proprio vuoi che sia la valle degli Happars, amico mio; voglia il Cielo che tu non ti sbagli – osservai scuotendo il capo.
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