EDIZIONE CON INDICE DIGITALE
E mentre già da tanto Lorenzo dei Medici aveva fatto risorgere i tempi d'Atene in Firenze e aggiungeva al patrimonio della lirica nostra il pregio delle sue amorose ispirazioni rinnovellate con maggior calore di modernità nella passione, dall'immortale modello del Petrarca, ancora alla corte di Enrico IV di Francia, dove pure era entrata una Medici, poichè soggiornando a Fresnes, il re – come narra Tallemant des Réaux nelle sue Memorie – ebbe veduto un verso greco, sotto un lavoro d'arte, e chiestone spiegazione a chi lo circondava, niuno seppe dargliela; il maresciallo di Biron, in fretta e in furia ne fece la traduzione e poi se ne fuggi tutto vergognoso «tant'il avait honte d'eu savoir plus que des gens de robe; car, pour s'accomoder au siècle, il fallait avoir plutôt la reputation de brutal que celle des bonnes lettres». Il Biron, infatti, maravigliò tutta la corte, poichè ritenuto per illetterato, tant'era stata la sua cura, fino a quel giorno, di nascondere la cognizione, acquistata in giovane età, delle umane lettere. In Italia, e molto prima d'allora, tratto simile sarebbe sembrato follia; e prima e dopo sempre spregevole.
|