Una specie di originalissimo “chewing gum stilistico”, Setole vuole rinnovare la poetica cinematografica delle solitudini avanzata da un film cult come Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola. il libro Dentro una dimenticata villa con piscina si muovono grappoli di vite disastrose e illuminanti, quelle di Mira, Lena, Rocco e Cino. Ci sono, nel cuore tormentoso della grande casa, la quale pulsa di disastri e incontri, fale gnamiche combattono con i ragni, muratori psicologi, una ragazzina lolitiana, una madre oppressa dalle droghe che si rinchiude in camera. Poi, c’è un uomo lontano, eppure incastonato (come un emblema che si accartoccia su sé stesso mai perdendo la forza simbolica), nelle esistenze di tutti loro. Il suo nome è Al. Con una lingua vorticosa e fenomenica, Tiscione ritorna con ulteriore maturità al romanzo dopo l’esordio, Liquefatto, per dare vita a una storia che sembra richiamare il ritmo masticato, filosofico e acidamente lirico di Nabokov, di Ellis e di Manganelli.
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