Il romanzo ci porta indietro nel tempo, aprendo squarci sulla vita a Bergamo nel secondo Novecento a partire dagli anni del boom economico, con gli occhi pieni di stupore della protagonista bambina, attraversando quindi il periodo della contestazione e degli anni di piombo, con le incertezze e le paure, ovvero con la determinazione e il desiderio soffocato di indipendenza dell’adolescente al liceo e poi nei primi anni dell’Università. Il tutto è narrato con una vena sottile di nostalgia, dissimulata spesso dall’atteggiamento ironico, che a tratti diviene autoironico, quando risulta più palese l’identificazione tra la protagonista e l’autrice.
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