De Vincenzi è un commissario che si muove fra gli uffici di Roma e Milano. È colto, introverso, incline alla malinconia, un umanista umano che anticipa tanti investigatori all'italiana. Le sue indagini hanno un andamento sinuoso, si complicano aprendo finestre su ambienti segreti, così come sulla psicologia dei personaggi. C'è un che di teatrale nei testi di De Angelis, un «teatro in giallo» che cela un gusto per la commedia che ha fatto scuola fra i suoi successori. De Vincenzi e il mistero di Cinecittà, capolavoro del genere, è sottilmente erotico, una storia di delitti in serie, ossessivi, simile ai crimini di un serial killer. È il 1939, siamo a Cinecittà, la fabbrica dei sogni del Duce. Un geniale regista cinematografico, venerato dalle donne, e un attore del film a cui insieme stavano lavorando vengono uccisi, a poche ore uno dall'altro. Spetterà a De Vincenzi sciogliere la matassa.
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